Il primo mattoncino: iniziare a comunicare da zero

Non ho mai fatto bungee jumping in vita mia: ho il terrore di tutte quelle cose che hanno a che fare coi balzi nel vuoto.

Ma credo che la sensazione che si provi quando si sta lì, in piedi sulla piattaforma, prima di buttarsi, sia la stessa che vive chiunque debba iniziare a comunicare da zero.

Ed è la stessa che sto vivendo io adesso, metro faccio ticchettare le lettere della mia tastiera.

Perché iniziare a comunicare è fare un balzo nel vuoto.

Iniziare a comunicare, partendo da zero, significa affrontare dubbi, paure e insicurezze. 

E non importa quanta esperienza hai, quante cose hai già fatto o quanto tu sia stato meticoloso e preciso nello studiare la tua strategia e il tuo piano editoriale. Prima o poi quelle insopportabili vocine nella mente iniziano coi loro sussurri taglienti.

“Chi sono io per andare là fuori e dire queste cose?”

“Ma sarà giusto quello che sto scrivendo o registrando?”

“C’è così tanta gente là fuori più brava e competente di me, come posso pensare di farcela?”

“Tutto questo lavoro e questa fatica mi serviranno a qualcosa?”

“Come farò a trovare il tempo?”

“La mia strategia sarà giusta?”

Paure, domande, dubbi…  che chiunque sano di mente affronta prima di far uscire un post, un video, un reel o un podcast.

Ma se non vuoi morire, prima o poi devi prendere il coraggio a due mani e farlo quel balzo nel vuoto, vada come vada.

Perché oggi nessun professionista, società sportiva o piccola impresa del mondo del fitness e del benessere può sperare di sopravvivere là fuori senza comunicare.

Per due motivi.

Primo: nel bene o nel male tutti comunicano in qualche modo.

Non comunicare oggi significa non esistere. Non importa se hai uno studio meraviglioso nella zona più bella della città, se conosci le migliore metodologie da proporre ai tuoi clienti o se sei in grado di garantire una percentuale di successo del 100%. 

Se oggi non comunichi non esisti.

Secondo: ormai le persone scelgono di acquistare un prodotto o affidarsi a un professionista in base alle informazioni che reperiscono sul web. 

E questo è un bene: significa che i clienti sono più attenti, più informati e fanno scelte consapevoli.

Ma significa anche che se non ti trovano, non vengono in contatto con te, coi tuoi contenuti e con la tua comunicazione non ti sceglieranno mai.

E se pensi che avere un sede fisica ben visibile o una vetrina in centro città sia ancora un elemento che ti permette di non comunicare perché “tanto la gente mi trova e viene da me lo stesso” ti dimostro che non è vero con un paio di numeri.

Nel 2010, quando ho aperto la mia società sportiva ad Alessandria, in via Dante, in pieno centro città, il 95% delle persone che venivano ad allenarsi da me avevano scoperto la mia società sportiva “vedendo le vetrine” e il 5% con il passaparola.

Nel 2016 il 90% dei miei iscritti aveva scoperto la mia società sportiva “online”, l’8% con il passaparola e il 2% vedendo le vetrine.

Comunicare è l’unico modo per far prosperare il tuo business e, anche se fa paura, devi imparare a farlo.

Ma cosa fare se inizi da zero?

Ci sono mille strategie e mille possibilità.

C’è chi ti dirà di iniziare dal target, chi dalla tua identità, chi di lavorare sul buyer persona e chi sull’audience.

Poi ci sono tutte le elucubrazioni e le pippe mentali sulle piattaforme, il tipo di contenuto, le strategie a pagamento e non a pagamento e i media o le forme di contenuto migliori.

Ma permettimi di darti un consiglio semplice e sincero basato sulla mia esperienza: all’inizio te ne devi fregare.

Proprio come sulla piattaforma del bungee jumping, all’inizio devi solo prendere un bel respiro e saltare.

Metterti subito a ragionare su strategie, tattiche e  media ti porta solo a temporeggiare, procrastinare e non partire mai.

Perché vorrai sempre migliorare un po’ la strategia, il contenuto, o avrai sempre dei dubbi su ciò che hai fatto o ti chiederai sempre se quell’approccio è migliore di un altro, e se… e se… e se…

La verità è che la ricetta magica non c’è: devi trovare il modo di comunicare più congeniale a te, ai tuoi tempi, al tuo modo di vedere la professione e anche al feeling che hai con i mezzi di comunicazione.

I primi mesi ti servono più che altro per sperimentare, fare esperienza e capire le regole del gioco.

Quindi prendi un bel respiro, chiudi gli occhi e buttati.

Passati 2 o 3 mesi raccoglierai i dati, li analizzerai, valuterai la tua esperienza e da lì inizierai a ragionare su strategie, tipo di contenuti, media e via dicendo.

La comunicazione, quella fatta bene, è un lavoro di semina e raccolta, e a volte, ancora prima di seminare, è necessario preparare il terreno.

Un paio di suggerimenti utili

Ciononostante permettimi di darti un paio di suggerimenti utili che possono aiutarti a non perdere tempo e a essere più efficace fin dalle prime battute:

1. Cerca di avere subito chiaro in mente chi sei e cosa fai: la maggior parte dei professionisti e delle piccole imprese che seguo hanno nella mancanza di un’identità chiara e riconoscibile il loro più grande punto debole. Lavorare sull’identità è faticoso, anche emotivamente, ma è uno degli investimenti migliori che tu possa fare.

2. Fai una cosa alla volta: inizia a sperimentare con una piattaforma e aggiungine altre solo in un secondo momento. Vuoi usare il blog? Lavora per un periodo di tempo solo sul blog. Vuoi usare Instagram? Tik Tok? YouTube? Benissimo concentrati solo su quello per un po’ e vedi come va. Cambia solo quando padroneggi una piattaforma oppure capisci che quella piattaforma non fa proprio per te.

3. Un genere di contenuto alla volta: suggerimento simile al precedente. Inizia a sperimentare coi reel e dopo passa ai caroselli. Vuoi fare un podcast? Bene, ma non fare anche i video. Concentrati su una sola forma di contenuto alla volta, diventa bravo o brava in quella e poi cambia (se è il caso di cambiare, perché cavallo che vince…). Questo ti permetterà di padroneggiare lo strumento comunicativo e di evitare di spendere troppe energie perché, ricordatelo, comunicare è un’attività energivora, che può arrivare a svuotarti.

4. Fregatene di quello che fanno gli altri e dei trend: in questo momento Instagram spinge i reels, bene, ma se a te fare i video fa venire l’orticaria? Cosa facciamo? Ci facciamo del male per far felice Instagram? No. Questo farebbe diventare l’impegno insostenibile psicologicamente ed emotivamente e la comunicazione ne risentirebbe. Quindi non ti preoccupare di ciò che fanno gli altri. Concentrati su di te e sul trovare il mezzo migliore per esprimere la tua professionalità.

5. Non sei un influencer, sei un professionista: questo significa che non devi comunicare per avere molti follower, ma per guadagnarti la fiducia dei potenziali clienti. Ed è un altro sport rispetto a quello degli influencer.

6. Fregatene dei numeri: siamo sinceri: all’inizio farai schifo! È normale. E guardare i numeri e gli insight non ti farà stare meglio, anzi ti farà sentire una nullità e aumenterà le tue ansie e i tuoi dubbi. Per i primi 3 mesi almeno fregatene dei numeri (io spesso me ne frego ancora oggi) e vai avanti per la tua strada. Fai esperienza, impara a padroneggiare i mezzi e poi, più in là, inizia ad analizzare i numeri. Ma ricordati: le vanity metrics (numero di follower, like e tutte quelle robe lì) non ti dicono se la tua comunicazione è efficace. La tua comunicazione è efficace se le persone entrano in contatto con te, ti scrivono in privato, ti lasciano dei commenti o cercano di iniziare una relazione.

7. Stai correndo una maratona che non ha mai fine: sei ai blocchi di partenza di una maratona che non finirà mai. Questo significa che non devi puntare ad avere risultati eccezionali nel breve periodo, ma ad avere risultati stabili nel lungo periodo. Quindi sii pazienza e persevera. È tutto lì il trucco. E mettiti il cuore in pace, perché dal momento in cui uscirai con il tuo primo post, video, o podcast  non ti potrai mai più fermare.

Cosa ho fatto io?

Nonostante comunichi costantemente dal 2012 e abbia ideato strategie e piani di comunicazione per vari clienti, quando mi sono trovato a dover iniziare  da zero con la mia comunicazione per la mia attività da consulente di marketing mi sono trovato ad affrontare le tesse paure, le stesse ansie e gli stessi dubbi che stai vivendo tu ora.

Dopo un paio di tentativi caotici e disorganizzati che mi hanno portato solo a capire cosa non fare, ho deciso di mettere un attimo in pausa il tutto per fare due ragionamenti.

Come prima cosa ho avuto bisogno di fare chiarezza. 

Questo ha significato per me lavorare sulla mia identità professionale, andando a definire in modo dettagliato chi sono, chi posso aiutare con il mio lavoro e come lo posso fare. E lo faccio  con la consapevolezza che quello che decido oggi non è scritta sulla roccia e domani potrebbe cambiare.

Nel mentre ho iniziato ad appuntarmi idee per contenuti che possano essere utili per i miei possibili clienti.

Contenuti che parlino dei loro problemi, delle loro paure, dei loro dubbi, dei benefici che li posso aiutare a raggiungere o che mi permettano di parlare dei miei perché e delle mie motivazioni profonde.

Ho appuntato circa 80 idee, più o meno un anno e mezzo di pubblicazioni.

Dopodiché ho deciso di mettermi in una situazione di serenità che per me si traduce con l’avere un blog.

Il blog è la mia coperta di Linus.

Il blog è uno spazio mio, protetto, dove posso gestire la mia strategia di marketing di contenuti come mi pare e piace e che non sottostà alle dinamiche dei social.

A quel punto ho scritto questo articolo, per ricordarmi tutti gli splendidi e utili consigli che dò a miei clienti e che mi dimentico quasi sempre di applicare su di me.

Un’operazione di semina

È possibile che questo articolo faccia pochissime visualizzazione o che magari non venga mai letto da nessuno. 

Non importa: questo è il mio primo mattoncino. 

Un piano di comunicazione che funziona bene non è fatto da singole azioni eclatanti, ma da tanti piccoli mattoncini che con il tempo creano la strada di mattoni dorati che poterà i tuoi potenziali clienti da te.

Vuoi fare prima?

Non esiste nessuna scorciatoia, mi dispiace. 

Non esistono scorciatoie, purtroppo. Tuttavia, esistono strumenti e soluzioni che possono aiutarti a partire con il piede giusto, evitando inutili perdite di tempo. Questi strumenti possono aiutarti a bypassare la gavetta, insegnandoti a trasformare ogni parola che dici o scrivi in un ponte sicuro tra te e chi ti ascolta o legge.

Questi strumenti sono le consulenze e i percorsi di coaching. Se pensi di aver bisogno di supporto per chiarire le tue idee e migliorare la tua comunicazione, ecco come posso aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi:

Scopri come la mia consulenza può offrirti le risposte e le strategie di cui hai bisogno.

Esplora il mio percorso di coaching, il Progetto Prometeo per trasformare il tuo potenziale in risultati concreti.

Se invece qualcosa non ti fosse chiaro e vuoi farmi una domanda scrivimi pure, il mio indirizzo è eugenio@eugeniocredidio.it facile no?

Eugenio Credidio