La verità scomoda del marketing

A nessuno interessa niente di te, della tua azienda o del tuo lavoro. Questa frase fu il mio benvenuto nel mondo del marketing. Fu uno shock, anzi fu un’epifania.

Era una sera di un venerdì d’inverno, saranno state le diciotto o le diciotto e trenta circa. Mi trovavo nella mia cameretta in mansarda – vivevo ancora coi miei genitori. Il mio dojo non andava bene. Non riuscivo nemmeno a guadagnare uno stipendio decente e mi sentivo disperato!

Cercavo online una soluzione ai miei problemi. A un certo punto, trovai un video corso gratuito di cinque video da scaricare sul Direct Response Marketing (era un lead magnet). Nella mia disperata ricerca di una soluzione, inserii il mio nome e la mia email. Poi aspettai con ansia che la mail con il link per vedere il primo video arrivasse.

Quando sentii la notifica, il cuore mi batteva forte. Era arrivata! Cliccai subito sul link e iniziai a guardare il primo video.

La doccia fredda

“A nessuno interessa niente di te, della tua azienda o del tuo lavoro.”

Questa frase fu il mio benvenuto nel mondo del marketing. Fu uno shock, anzi fu un’epifania. Sono passati quindici anni da allora e quella frase era tanto vera allora quanto lo è ancora oggi.

E quindi ora tocca a me farti questa doccia fredda che cambierà per sempre il tuo modo di vedere le cose e di comunicare.

A nessuno gliene frega niente di te, del tuo lavoro o della tua azienda.

Perché siamo innamorati del nostro lavoro (e perché è un problema)

Tu sei innamorato del tuo lavoro, della tua società sportiva o del tuo studio. Ed è normale che sia così!

Mi ci metto dentro anch’io. Se qualcuno ha la pessima idea di chiedermi qualcosa sul mio dojo… beh, sono affari suoi! Finisce come quando una nonna parla del nipote o un neo-papà parla di suo figlio – un fiume di parole senza fine!

Ecco, questo è esattamente ciò che succede quando non smetti di parlare della tua palestra o del tuo metodo di allenamento. Gli altri si annoiano a morte, anche se per educazione fingono interesse.

Ma perché ti appassiona così tanto parlare della tua realtà? Perché ti entusiasma raccontare del tuo lavoro?

La risposta è semplice: hai investito tanto tempo nella creazione del tuo studio, della tua palestra, del tuo centro sportivo. Fai un’attività che ami davvero. Ci hai messo il cuore, la testa e probabilmente tutti i tuoi risparmi.

Questo aspetto della comunicazione è difficile da gestire proprio perché sei così coinvolto in ciò che fai. Ma è un punto cruciale per creare una proposta di valore unica ed efficace.

La dura verità? Alle persone non interessa della tua passione per il karate, delle tue certificazioni o di quanto è bella la tua palestra. Non gliene frega niente. Soprattutto oggi, con centinaia di post, storie e reel che bombardano i loro feed ogni giorno.

Pensa a quando scorri Instagram: ti fermi a leggere i post di qualcuno che parla solo di sé stesso? No, passi oltre in mezzo secondo. E lo stesso fanno i tuoi potenziali clienti quando la tua comunicazione è incentrata solo su quanto sei bravo o su quanto è speciale il tuo metodo.

Questo è il problema dell’essere innamorati del proprio lavoro: diventi cieco ai punti deboli della tua comunicazione e finisci per annoiare chi ti ascolta invece di attirare la sua attenzione.

I tre argomenti tabù nella comunicazione sportiva

Nel tuo lavoro o nella tua azienda ci metti tutta la tua dedizione, fatica, studio e passione. Sei davvero innamorato perso della tua attività e professione.

E come tutti gli innamorati, non vedi i punti deboli della tua attività. Non ti rendi conto che, per gli altri, sentirti parlare sempre dello stesso argomento diventa noioso.

Questo è l’effetto che provochi nelle altre persone quando parli del tuo lavoro. In tutta sincerità, nessuno te lo dirà mai faccia a faccia. Ma quando sono soli con il loro smartphone o computer e vedono i tuoi contenuti, i tuoi spot o video in cui parli della tua realtà… a queste persone non gliene frega niente!

Non gliene fregava ieri, perché non è mai fregato a nessuno oggettivamente. Figuriamoci oggi, con il mondo che va a mille all’ora e con tutti i concorrenti che fanno attività sui social, creano contenuti e fanno rumore.

I tre argomenti da evitare

Dovresti cercare il più possibile di evitare di parlare della tua attività alle persone che vorresti attrarre. In particolare, devi evitare tre argomenti specifici:

  1. Qualità
  2. Professionalità
  3. Innovazione (questo è un po’ borderline, dipende dai casi)

I primi due devono essere un tabù assoluto per te: non puoi più parlare di qualità e professionalità. Il terzo, l’innovazione, è più sfumato.

Perché qualità e professionalità sono dati per scontato

Oggi duemila venticinque la qualità e la professionalità sono date per scontato, sono un dato di acquisito. Io ovunque vada, da qualunque trainer in qualunque palestra io vada, mi aspetto qualità e professionalità.

Ma perché non devi parlare di quanto offri servizi di qualità e di professionalità? Perché non devi dire che sei migliore a livello qualitativo e professionale rispetto alla concorrenza?

La risposta è semplice: nel 2025, la qualità e la professionalità sono date per scontato. Sono un dato acquisito. Un cliente, ovunque vada, da qualunque trainer in qualunque palestra, si aspetta qualità e professionalità.

Fermi tutti! Lo so, so che non è sempre così. So che ci sono moltissime realtà che si dichiarano qualitativamente alte e professionalmente eccellenti, ma in realtà sono una bolgia. Vai lì, ti danno una scheda scritta su un post-it, ti mostrano dove sono le macchine arrugginite (rischiando pure il tetano), e se chiedi informazioni ti trattano male.

Conosco molto bene il settore. Ma un utente fitness medio non troverà mai la differenza tra una palestra generalista low-cost e una palestra specializzata che chiede una spesa più importante. Per lui o per lei, sul piatto della bilancia, più o meno sono uguali.

“Di là probabilmente non mi seguono bene come di qua, ma sai che ti dico? Chi se ne frega! Di là spendo 15-20 euro al mese, di qua ne spendo settanta.”

Ecco perché non puoi più dire: “Sì, ma guarda che da noi trovi la qualità e la professionalità” – perché alla persona non gliene importa un fico secco.

Il paragone con altri settori professionali

Pensa ad altri professionisti. Quando vai dal dentista, ti aspetti che sia competente e qualificato. Non ti impressiona se ti dice “Sono un dentista qualificato!” – è il minimo che pretendi! Lo stesso vale per un medico, un parrucchiere o qualsiasi altro professionista.

Anche nella mia esperienza personale, quando ho iniziato a promuovere il mio dojo, parlavo continuamente di quanto fossi qualificato, di quanti corsi avessi fatto, di quanto fosse alta la qualità del mio insegnamento. E sai cosa è successo? Niente. Zero interesse. Le persone scrollavano oltre.

Solo quando ho smesso di parlare di me e ho iniziato a parlare di loro – dei loro problemi, dei loro desideri, dei risultati che potevano ottenere – ho visto un cambiamento. La qualità e la professionalità devono essere dimostrate nei fatti, non annunciate nei tuoi messaggi promozionali.

L’innovazione è un caso leggermente diverso. Può funzionare in alcuni contesti, ma solo se è davvero rilevante per i problemi del tuo cliente. Non basta dire “abbiamo le ultime attrezzature” – devi spiegare perché questo fa la differenza per i risultati che il cliente vuole ottenere.

Quindi ricorda: quando comunichi, lascia da parte la tua qualità, professionalità e (spesso) anche l’innovazione. Concentrati invece su ciò che davvero interessa al tuo potenziale cliente.

Show, don’t tell: come mostrare il valore senza parlarne

I tuoi potenziali clienti ritengono che la qualità sia pressoché uguale ovunque e quindi accettabile. La professionalità? Ormai se ti lasciano aprire sei professionale. Punto. Un trainer vale l’altro. Punto. Avete fatto tutti lo stesso percorso di studi. Punto.

Per cui non puoi più giocarti questa carta. È come quando ti rivolgi a qualunque altro professionista. Se vai da un dentista, da un medico o da un parrucchiere, ti immagini a grandi linee che tutti abbiano una qualità e una professionalità standard. Ci saranno quelli eccezionali, quelli mediocri e quelli nella media, ma ormai dai per scontato che tutti abbiano qualità e professionalità.

E soprattutto oggi, che tutti continuano a puntare su qualità e professionalità – quindi su quanto studio hanno fatto, su quali sono le loro certificazioni, su come curano il cliente – finisci in quel calderone di brusio indescrivibile, di rumore di fondo dove non c’è nessuna differenza fra te e un altro.

La mia esperienza diretta

Questo te lo posso dire per grande esperienza diretta. Nella mia prima fase lavorativa puntavo tantissimo su qualità e professionalità.

“Li mortacci di Pippo!” dicevo. “Io ho un dojo bellissimo!” (Perché se non lo sai, mi occupo prevalentemente di karate e difesa personale, quindi gestisco un dojo).

All’inizio della mia carriera avevo un dojo molto piccolo in stile giapponese. Era l’unico in Alessandria con questa caratteristica. Avevo un dojo molto bello, ero estremamente curato nella pulizia (e lasciamelo dire, pochi dei miei concorrenti in città sono maniacali con la pulizia come lo sono io). Fornivo attrezzatura che gli altri non davano, avevo un approccio estremamente professionale, davo una qualità di servizio superiore.

Ma perché facevo così fatica ad attrarre persone?

Molto semplice: alle persone che cercavano attività di difesa personale o karate, della qualità e della professionalità non importava una cippa!

Il principio “Show, don’t tell” nel marketing sportivo

Quando finalmente ho capito questa cosa, mi si è aperto un mondo. Ho cambiato modo di comunicare e a quel punto qualità e professionalità sono diventate un plus a cui poi le persone non volevano più rinunciare. Alcuni clienti provavano altre palestre, poi tornavano da me. Altri, se non potevano più venire, decidevano direttamente di non allenarsi più.

Ecco perché non puoi più usare qualità e professionalità come argomenti di vendita. Si potevano usare anni fa, ma oggi sono inefficaci.

E poi c’è l’innovazione. L’innovazione di per sé è un grande elemento attrattivo, però deve essere reale, cosa che spesso non è così.

Ho visto innumerevoli copy scritti per professionisti e palestre dove tutti puntano su qualità, professionalità e innovazione. Ma non può essere che tutte le palestre portino innovazione, non può essere che tutti i personal trainer siano innovativi!

Quindi se hai davvero dell’innovazione, fantastico! Usala, perché l’innovazione è un grande attivatore di attenzione. Ma deve esistere sul serio e devi dimostrare che c’è. Altrimenti “lasuma perdi” come diciamo qui, lascia perdere, perché l’innovazione non è una carta da giocare se non esiste davvero.

Mostra, non dire: esempi pratici

Se vuoi puntare su qualità, professionalità e innovazione, non devi parlarne ma devi usare il vecchio adagio “Show, don’t tell”. Devi mostrare nei tuoi contenuti, nella tua comunicazione, come sei professionale, qual è la tua qualità.

Se io faccio un video sciocco giusto per far per strappare un sorriso dove faccio vedere come pulisco la palestra beh quello fa vedere quanto io curo questo aspetto qui. Lo mostra ma non dico: Hey da noi puoi venire perché la palestra è sempre pulita. Lo faccio vedere.

Se mostri, per esempio, come fai i test ai tuoi allievi e come poi da questi test tiri fuori i programmi di allenamento nella preparazione fisica, stai dimostrando la qualità e la professionalità del tuo servizio. Ma non lo stai dicendo esplicitamente: “da noi c’è un servizio professionale e qualitativamente alto”.

La gente lo vede, lo percepisce e pensa: “che bello quello che fanno lì! Però altrove non lo fanno”. Lavorano per giustapposizione, per contrasto, per paragone, e tu ne esci vincitore.

A maggior ragione perché sono le persone che fanno il lavoro di confronto, quindi sono loro che arrivano a questa conclusione. Non sei tu che glielo inculchi in testa, cosa molto più forte e potente.

Piccole realtà vs grandi aziende: perché non puoi comportarti come un pesce grande

C’è una differenza fondamentale tra come comunica una piccola realtà sportiva e come lo fa una grande azienda. I “pesci grandi” possono permettersi di parlare dei loro prodotti e servizi perché hanno già costruito un brand riconoscibile e hanno budget pubblicitari enormi.

Tu, come piccola realtà, non puoi permetterti questo approccio. Non hai né la visibilità né il budget per competere su quel terreno. Ecco perché devi essere più intelligente e strategico nella tua comunicazione.

Le informazioni sul tuo prodotto o servizio sono praticamente inutili a meno che il cliente non sia già in fase di acquisto. Prima di quel momento, devi concentrarti su come il tuo servizio risolve un problema o soddisfa un desiderio del cliente.

Quando sei un “pesce piccolo”, devi fare azioni di branding che mostrino il tuo valore senza dichiararlo. Devi creare contenuti che facciano vedere la tua qualità, professionalità e, se c’è, innovazione. Lascia che siano i tuoi potenziali clienti a trarre le conclusioni.

Ricorda: a nessuno interessa quanto sei bravo o professionale. A loro interessa come puoi risolvere i loro problemi o soddisfare i loro desideri. Mostralo, non dirlo.

Cosa interessa davvero ai clienti: la domanda fondamentale

Tutte le informazioni sul prodotto sono praticamente inutili a meno che non sei in fase di vendita. Quando fai una lettera di vendita o un colloquio diretto con un potenziale cliente, allora sì, puoi parlare del prodotto. Ma in tutti gli altri casi, quello che riguarda il prodotto è poco utile e poco interessante.

Perché? Semplicemente perché non interessa alle persone che sono al di là dello schermo, degli auricolari o della scrivania.

So già cosa stai pensando: “Ma tutte le aziende concorrenti lo fanno! Virgin, Fit Active, McFit…” e via dicendo. Sfogati pure, fai pure l’elenco delle lamentele che preferisci.

Fatto? Bene, ora possiamo andare avanti.

Le grandi aziende giocano un’altra partita

Quelle che hai citato sono grandi aziende. Virgin, per esempio (senza avere nulla contro di loro, anzi le loro palestre sono una figata pazzesca), è un’azienda molto grande. E le aziende molto grandi hanno regole diverse rispetto a quelle che puoi adoperare tu.

Giocano un campionato diverso, giocano partite diverse, hanno fondi diversi, disponibilità economiche diverse, team diversi… insomma, sono altri pianeti. Punto. Che ti piaccia o meno, punto. Quello è.

Tu sei un pesce piccolo, e per questo è inutile provare a cacciare come fanno i pesci grandi. Devi trovare altre strategie, perché altrimenti spendi tante energie, tanti soldi, tanto tempo, ma i risultati di ritorno sono a dir poco tiepidi. Anzi, direi che sono gelati, se non addirittura surgelati!

La domanda fondamentale che devi porti

Ecco la domanda a cui devi rispondere in maniera molto semplice (perché spesso la comunicazione è fatta di banalità – è come poi tu riadatti questa banalità che fa la differenza):

Al cliente che gliene viene in tasca?

Cosa ottiene il cliente se viene da te invece che andare dal tuo concorrente? Questo è il cuore di tutto.

Di che gliene frega alle persone solo ed esclusivamente di una cosa. Di quello che torna a loro. Di cosa gliene viene in tasca. What is infor me? Come dicono gli americani.

I quattro pilastri della comunicazione efficace

Torniamo sempre sui quattro grandi pilastri che davvero interessano ai tuoi potenziali clienti:

  1. Benefici: Che benefici ottiene il cliente (reali o percepiti) se sceglie te?
  2. Problemi: Che problemi gli puoi risolvere (sia quelli di cui è consapevole che quelli che non percepisce ancora)?
  3. Vantaggi: Quali vantaggi concreti avrà scegliendo te rispetto alla concorrenza?
  4. Desideri: Quali desideri del cliente puoi soddisfare con il tuo servizio?

Nota bene: questi pilastri NON includono qualità e professionalità, perché abbiamo già detto che non interessano a nessuno!

Perché qualità e professionalità non bastano più

Una regola vecchia come la pubblicità ci insegna a non parlare del prodotto ma di parlare di ciò che interessa davvero ai nostri possibili clienti.

Se leggi i copy delle pubblicità dagli anni Cinquanta fino ad oggi, sono tutti orientati verso la risoluzione di problemi, la creazione di desideri, gli obiettivi e la soddisfazione del cliente. Il prodotto o servizio è solo il ponte che permette al cliente di passare dalla situazione attuale a quella desiderata.

Queste regole si conoscono da una vita. Il punto è che spesso te ne freghi perché hai il tuo ego. Vuoi far emergere la tua attività, quanto sei bravo, quanto sei preparato, quanto hai studiato, i tuoi certificati… ma, ripeto, al cliente non gliene frega niente.

Come identificare ciò che realmente interessa al cliente

Per identificare ciò che davvero interessa al tuo cliente, devi metterti nei suoi panni e chiederti:

  • Quali sono i suoi problemi quotidiani?
  • Cosa lo tiene sveglio la notte?
  • Quali sono i suoi desideri più profondi?
  • Cosa vorrebbe migliorare nella sua vita?

Non si tratta di quello che TU pensi sia importante, ma di quello che LUI considera fondamentale.

Come differenziarti dalla concorrenza

È come quando compri una macchina oggi. È scontato che abbia una buona meccanica, una buona elettronica, sistemi di sicurezza di alto livello. Non te ne frega niente se puntano su quella roba lì, perché per te anche se è una BMW equivale alla Panda. Ma la BMW dovrà raccontarti altre cose, dovrà dipingerti in testa un mondo diverso che ti farà dire: “No però, cioè, la Panda è bella, ma quella BMW…”

Questo è il gioco della comunicazione efficace. Non parlare di te, della tua palestra, dei tuoi diplomi o di quanto sei professionale. Parla invece di come puoi cambiare la vita del tuo cliente, di come puoi risolvere i suoi problemi, di come puoi soddisfare i suoi desideri.

Quando comunichi in questo modo, ti differenzi automaticamente dalla massa di concorrenti che continua a parlare di qualità e professionalità. E la cosa bella? I clienti percepiranno comunque la tua qualità e professionalità, ma come un “effetto collaterale” positivo, non come il punto centrale del tuo messaggio.

Esempi pratici: benefici, problemi, vantaggi e desideri

Ora passiamo alla parte pratica. Voglio darti alcuni esempi concreti che ti aiuteranno a capire meglio come applicare questi concetti nella tua comunicazione.

Benefici reali che fanno la differenza

Pensa a questo: “Dimagrisco e non torno più indietro.” Questo è un beneficio diretto, facile da capire e che salta subito all’occhio. Tu lo sai bene – le persone che cercano di dimagrire conoscono il problema dell’effetto yo-yo: dimagriscono per un po’, poi riprendono peso, poi dimagriscono di nuovo.

Se il tuo programma di allenamento può far sì che i clienti non solo perdano peso ma non lo riprendano più, hai un potentissimo attrattore di interesse! È un beneficio chiaro, diretto e che risponde a un problema reale.

Beneficio diretto, facile che è sotto gli occhi di tutti. Beneficio non percepito potrebbe essere il fatto che ti cambia il colesterolo, cambiano I valori del colesterolo quindi aumenta la tua salute.

Benefici nascosti che puoi sfruttare

Poi ci sono i benefici che le persone non percepiscono subito, ma che possono essere altrettanto importanti:

  • Miglioramento dei valori del colesterolo: “Seguendo il mio programma, non solo perderai peso, ma i tuoi valori ematici miglioreranno sensibilmente”
  • Miglioramento di funzioni fisiche specifiche (come la funzione erettile – ma verifica sempre queste informazioni prima di usarle!)
  • Aumento della sicurezza in sé stessi: “Ti guarderai allo specchio con occhi diversi”
  • Cambiamento nella percezione sociale: “Le persone inizieranno a notare la differenza”

Questi sono benefici reali ma meno evidenti, che puoi usare nella tua comunicazione per distinguerti dalla massa.

Problemi che il tuo servizio risolve

Parlare dei problemi che risolvi è come grattare dove prude – attira immediatamente l’attenzione:

  • “Sei stanco di sudare eccessivamente durante l’allenamento? Il mio metodo riduce questo problema”
  • “Ti senti a disagio in palestra perché non sai usare gli attrezzi? Ti guiderò passo dopo passo”
  • Problemi non percepiti: “Se hai un indice di massa corporea troppo alto, stai mettendo a rischio la tua salute ogni giorno”

Quando parli di problemi, tocchi dei punti sensibili che spingono le persone ad agire. Non aver paura di essere diretto.

Vantaggi concreti che fai ottenere

I vantaggi sono spesso legati alle caratteristiche specifiche del tuo servizio:

  • Flessibilità: “Con il mio metodo puoi allenarti tre volte a settimana, ma solo una in palestra e due a casa”
  • Risparmio di tempo: “In soli 30 minuti ottieni risultati che altri raggiungono in un’ora”
  • Semplicità: “Programmi facili da seguire anche se non hai mai fatto sport prima”

Questi vantaggi pratici possono fare la differenza nella scelta tra te e un concorrente.

Desideri profondi che accendi

Infine, ci sono i desideri – quelli che spesso le persone non ammettono nemmeno a sé stesse:

“Se perdi peso e diventi più in forma, forse quella persona che ti piace tanto ti guarderà con occhi diversi.”

Sì, è un po’ bieco far leva su questi desideri, ma funziona! Stai facendo immaginare alla persona un futuro possibile migliore. Usa questa leva con etica, ma non ignorarla.

Come creare la tua comunicazione efficace

Il mio consiglio? Prendi carta e penna – sì, proprio carta e penna, perché in queste cose l’analogico batte sempre il digitale. C’è un motivo per cui ti dico di usare carta e penna, ma non è argomento di questo podcast.

Siediti e rispondi onestamente a queste domande:

  1. Che cosa ci guadagna davvero il cliente scegliendo te?
  2. Quali benefici concreti otterrà?
  3. Quali problemi gli risolverai?
  4. Quali vantaggi pratici gli offrirai?
  5. Quali desideri potrai aiutarlo a realizzare?

Questo lavoro ti aiuterà a creare la tua Unique Value Proposition (UVP) – quella frase, quello “statement” come dicono i fighi, che in poche parole fa capire di cosa ti occupi e come ti differenzi dalla concorrenza.

Costruisci la tua unicità

Quando avrai trovato la tua unicità, vedrai che le persone saranno molto più attratte da te e dal tuo servizio. È come quando incontri qualcuno con caratteristiche uniche che sa valorizzarle: diventa subito più affascinante, attira l’attenzione e sei naturalmente portato a voler conoscere di più.

Immagina il tuo studio o la tua palestra allo stesso modo. La tua unicità deve essere qualcosa che permette alle persone di risolvere problemi, ottenere vantaggi, ricevere benefici o realizzare desideri.

Una volta fatto questo lavoro, potrai iniziare a creare una comunicazione efficace, magari lavorando sul marketing dei contenuti che davvero interessa ai tuoi potenziali clienti. Inizierai a parlare di ciò che li riguarda e a costruire un ponte tra voi.

Ma ricordati: per fare tutto questo, devi avere ben chiaro in testa chi è il tuo target e quale è la tua nicchia. Se non te lo ricordi, torna alla puntata numero due di questo podcast.

Il mantra del marketing sportivo efficace

Facciamo un recap generale di quanto abbiamo visto oggi. Il messaggio principale che voglio lasciarti è molto chiaro.

Purtroppo, anche se nel mercato le cose non vanno così, ci sono degli argomenti che ormai sono saturi e di cui alle persone non interessa niente. Quali sono questi argomenti?

Prima di tutto: te stesso. A nessuno interessa quando parli di te, della tua realtà professionale, del tuo studio o della tua azienda. È un po’ come quando sei con una persona che parla sempre di sé stessa – ti annoi a morte! Quindi non puntare su queste cose.

Non puntare sulla qualità e non puntare sulla professionalità. Sono cose abusate e ormai date per scontato.

E non puntare sull’innovazione a meno che non possa davvero dimostrare di averla.

Puoi parlare di queste cose, ma devi essere in grado di mostrarle e non di raccontarle. Meglio se le mostri. Show, don’t tell! Perché le persone faranno da sole due più due, e questo ti darà un grandissimo vantaggio.

Di che cosa dovete parlare? Ragazzi questo sarà sempre il nostro mantra: benefici, problemi, vantaggi e desideri. Ragionate sul target che avete, sulla vostra nicchia e da di lì cercate di capire davvero che cos’è che gliene viene in tasca al cliente nel momento in cui si avvicina a voi.

Su questo devi puntare la tua comunicazione, quantomeno all’inizio. Da lì cerca di sviluppare la tua Unique Value Proposition, quindi la proposta unica di valore. Si ritorna a parlare di identità.

Vedrai che pian piano – non avere fretta, la fretta non esiste, scordatela – le persone inizieranno ad avvicinarsi a te. La pazienza è fondamentale in questo processo: i risultati arriveranno, ma devi dare tempo al tempo e rimanere costante nella tua comunicazione.

Ricorda sempre questo: le persone non comprano il tuo servizio, comprano la soluzione ai loro problemi o il modo per realizzare i loro desideri. Se riesci a comunicare chiaramente come puoi aiutarle in questo, avrai già fatto un enorme passo avanti rispetto alla concorrenza.

Ti ricordo che per qualunque domanda puoi scrivermi a eugenio@eugeniocredidio.it oppure contattarmi sui social. Sul mio sito trovi anche l’archivio completo di tutte le puntate del podcast.


Vendere lo Sport è un podcast originale ideato e prodotto da Eugenio Credidio senza l’uso di intelligenza artificiale. Per altri approfondimenti vai su www.eugeniocredidio.it

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Eugenio Credidio

Eugenio Credidio è il consulente di marketing e comunicazione specializzato nel settore sportivo e fitness. Con oltre 15 anni di esperienza, maturata sul campo gestendo con successo la propria società sportiva ad Alessandria, Eugenio aiuta i professionisti dello sport e del fitness con un cuore a comunicare efficacemente, posizionandosi come leader nel loro settore.